Il caffè, un’abitudine che “aiuta”
Ormai si sa, il caffè è una delle bevande più bevute al mondo: è un’ancora di salvezza per alcuni, una vecchia abitudine per altri, o entrambe le cose per tutti.
Secondo le statistiche dell’Osservatorio social monitoring di Nomisma il 95% della popolazione beve caffè in maniera abituale, preferendo la mattina come arco della giornata in cui consumarlo. La quantità di caffè assunta è variabile: si va da una parte della popolazione, il 58%, che assume fino a 2 tazzine al giorno, ad una che ne assume fino a 4 e che corrisponde al 37% della popolazione, per concludere con una minima parte (5%) che ne assume 5 o più.
La maggior parte della popolazione predilige l’espresso, ma una piccola parte (il 7%) non disdegna affatto caffè americano, orzo o altri tipi di caffè .
Considerato anche un comfort food, il caffè diventa quasi essenziale per iniziare la propria giornata lavorativa e sopravvivere sani di mente fino a sera, sonnolenza post pranzo inclusa.
Pausa e ricarica
Come accennato prima, il caffè è l’alleato di chi si appresta ad affrontare una giornata impegnativa. I 4 maggiori motivi del consumo di caffeina sono attribuibili, per ordine di preferenza:
- all’energia che ne deriva e la carica che ne deriva
- al gusto che piace
- all’abitudine
- al suo consumo visto come una pausa e un modo per rilassarsi
Ma perché proprio il caffè?
La caffeina contenuta nel caffè ha il potere di ridurre gli effetti dell’adenosina, il recettore del sonno, e di stimolare, al contrario, il sistema nervoso. Questo rende la caffeina una sorta di psicostimolante il cui effetto dura fino a 3 ore. È facile, però, incorrere da una parte a una aumentata tolleranza al suo effetto, dall’altra a una continua e crescente dipendenza. Motivi per cui è consigliabile non eccedere nel consumo.
Caffè, controindicazioni ed effetti benefici
Nonostante i suoi effetti positivi, vi sono altri motivi che inducono gli esperti a consigliare una ridotta acquisizione di caffeina. Questa, infatti, ha degli effetti negativi sul cuore in quanto causa dell’aumento della pressione arteriosa.
Sull’apparato gastrointestinale, inoltre, non è consigliabile ai soggetti che soffrono di gastrite e ulcera, così come è sconsigliato a chi soffre di aritmie cardiache.
Nel corso degli ultimi 40 anni sono tanti gli studi che si sono occupati della correlazione tra il consumo di caffè e alcune malattie come il diabete, il colesterolo o i tumori, in particolare alla vescica. Ma nessuno di questi studi presenta una sentenza definitiva o univoca.
Il caffè, d’altra parte, ha altrettanti effetti benefici perché, oltre alla diminuzione della fatica e all’aumento del senso di vigilanza, migliora la digestione, aumenta la motilità intestinale, ha effetti termogenici e anti-infiammatori.
Come per molte cose, la giusta via sta a metà, in quella che veniva chiamata dagli antichi romani aurea mediocritas, ovvero il giusto mezzo. Per le persone sane, infatti, fino a 3-4 tazzine di caffè al giorno non hanno mai ucciso nessuno.